Storia di Mario Confente

Veronese di Montorio, iniziò a costruire telai per sé e per i compagni già mentre correva in bici da dilettante, nella Bencini, squadrone degli anni '60 in cui militavano tra gli altri Flaviano Vicentini, Pietro Guerra e Severino Andreoli.
Quando nel '68, dopo una caduta in pista, smise di correre, si buttò a tempo pieno in questa attività. E i vecchi compagni continuarono a vincere sulle sue biciclette. Fu su un gioiello da pista costruito da Confente che Pietro Guerra, già campione del mondo della 100 km nel '68, vinse il campionato italiano di inseguimento individuale professionisti nel 1970 e nel 1971. La sua reputazione cresceva e Confente iniziò a costruire telai per marchi importanti come Bianchi e Masi e per corridori famosi, primo fra tutti Eddy Merckx. Ma come spesso succede, il suo nome non compariva mai. Quando Faliero Masi aprì uno stabilimento negli USA, Confente fu spedito là a sovrintenderne la produzione e ad addestrare gli operai. Nei tre anni sotto la sua guida lo stabilimento sfornò 2.200 biciclette. Nel 1976 Confente aprì un suo laboratorio a Los Angeles e riuscì finalmente a firmare le sue biciclette. Lo sprinter e più volte campione nazionale statunitense nel chilometro da fermo Jerry Ash partecipò ai mondiali di ciclismo su pista nel 1976, '77 e '78 con un telaio Confente. Le biciclette costruite da Mario Confente sono apprezzate per le loro eccezionali qualità tecniche ed estetiche ed esercitarono una forte influenza e una spinta innovatrice sul mercato statunitense. Quando morì nel 1979 aveva 34 anni. A suo ricordo esistono al mondo solo 135 biciclette che portano il suo nome: 124 da strada e 11 da pista. Ovviamente sono dei capolavori.
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