Storia di Adriano Zamboni

Adriano Zamboni, nato a Montorio il 22 giugno 1933, nel 1949 incomincia la sua avventura sportiva a suon di vittorie ed ottimi piazzamenti. Corre nella categoria allievi con la Società Ciclistica Montoriese, da poco sorta, e vince a Bussolengo, a Parona, a Ponte Catena nella Coppa Veterani Veronesi, a Vago, è secondo a Garda, Suzzara e Quinzano ed alla fine della stagione è secondo nella classifica provinciale per allievi.
Il quotidiano "L'Arena" gli dedica un intero articolo il 6 settembre 1949 mettendone in luce le doti di tenace passista, scalatore e buon velocista, asserendo che pochi sono riusciti ad eguagliare un simile primato alla sua età. L'anno seguente la Montoriese si fonde con lo Sport Club Verona creando così la società Sport Club Verona-Montoriese sotto la presidenza di Guasco Bacca. Non è un anno molto fortunato per Adriano che però si rifà nel 1951 conseguendo due splendide vittorie a Padova e a Volargne, numerosi secondi e terzi posti e terminando nuovamente al secondo posto nel campionato provinciale allievi.
Nel 1952 la S.C. Verona Montoriese ridimensiona la sua attività ed Adriano, passato dilettante, viene tesserato dall'Ausonia di Pescantina dove rimane fino al 1955 divenendone il capitano dal 1954. Con la maglia dell'Ausonia vince a Vittorio Veneto, a Padova, a Borghetto, in Borgo Trento ed ottiene numerosi piazzamenti in gare nazionali tanto che nel 1955, dopo la bella vittoria a Napoli nel Gran Premio delle Regioni, il commissario tecnico Proietti lo seleziona per il mondiale dilettanti, ma alla fine è soltanto riserva.
L'anno seguente (è il 1956) inizia la sua avventura di professionista con la maglia azzurro-nera della Torpado di Padova e corre il suo primo Giro d'Italia. Qui ha modo di farsi notare per la sua tenacia e resistenza allo sforzo di questa massacrante corsa a tappe, prima in una lunghissima fuga che lo vede solitario sul passo del Cerreto e poi giungendo 35° al traguardo nella mitica Merano-Monte Bondone sui cui tornanti, in mezzo ad una spaventosa bufera di neve, oltre ottanta corridori si ritirano o giungono fuori tempo massimo. A Milano terminano il Giro in 43 e Zamboni chiude al 34° posto. In quell'anno vince la sua prima gara da professionista giungendo primo a Savona nella quinta prova del Trofeo U.V.I., mentre arriva 3° nel Giro del Veneto vinto da Albani su Maule e pure 3° nel circuito Mestre-Marghera vinto da Nino Defilippis su Fiorenzo Magni.
Nella stagione successiva vince per distacco la Milano-Rapallo (3 luglio), seconda prova del Trofeo U.V.I., e chiude al 26° posto il suo secondo Giro d'Italia vinto da Nencini.
Il 1958 comincia male perché è costretto a saltare il Giro per una squalifica subita in Belgio. Si era rifiutato, assieme ad altri corridori, di prendere il via ad una corsa per le proibitive condizioni atmosferiche. Si rifà il 15 agosto vincendo la classica Milano-Vignola davanti a Falaschi e Bui e tre settimane più tardi il Giro del Veneto davanti a Sabbadini. Il 17 novembre sposa Novella Pezzo dalla quale avrà tre figli: Giancarlo, Roberto e Daniele; gli fa da testimone un altro corridore professionista veronese: Giorgio Tinazzi.
Il 1959 è il suo anno d'oro; al Giro sfiora ripetutamente la maglia rosa e resta tra i primissimi per due terzi della corsa; poi una fastidiosa bronchite lo costringe a cedere gradualmente posizioni e alla fine giunge 12° a 11'56" dal vincitore Charly Gaul. Vince poi per la seconda volta la Milano-Vignola, quindi il Giro della Toscana e il Trofeo Matteotti a Pescara. E' secondo nel Giro del Veneto e nel Giro del Lazio, prova valevole per il campionato italiano professionisti vinta da Ronchini. E' selezionato per i mondiali di Zandvoort, ma il c.t. Binda lo designa come riserva preferendogli, per giochi di squadra, altri corridori.
Nella stagione 1960 giunge 8° nel Giro ciclomotoristico delle Nazioni vinto dal campione francese Luison Bobet, una gara particolare a tappe che si disputava parte in linea e parte dietro motori, giungendo 2° in due tappe. Nel Giro d'Italia, vinto da Anquetil, giunge 13°, piazzandosi al 3° posto nella tappa Sorrento-Campobasso vinta dal velocista spagnolo Miguel Poblet. E' poi 2° al Giro di Toscana vinto da Defilippis. Il c.t. Binda lo convoca nuovamente per i mondiali di Lipsia e ancora una volta lo lascia tra le riserve. A fine stagione non rinnova il contratto con la Torpado e passa alla Molteni.
Nel 1961, con la nuova maglia, partecipa al suo quinto Giro d'Italia. Dopo aver sfiorato il successo nella tappa Bari-Potenza (3° posto) e a Castelfidardo (4° posto), vince la tappa Modena-Vicenza battendo sul traguardo di Monte Berico l'altro veronese Giusti. Partecipa quindi con la squadra italiana al Tour de France vinto da Anquetil su Carlesi, Gaul e Massignan, ottenendo un brillante 16° posto, terzo degli italiani. Tornato in Italia è 2° al Giro di Toscana, vince il Giro di Romagna e quello dell'Appennino. Per la terza volta è convocato per i mondiali e per la terza volta rimane a casa. Evidentemente col c.t. Binda non c'è "feeling".
Siamo alla stagione 1962; partecipa al Giro d'Italia e nella 12.a tappa Castrocaro-Lignano è vittima di una caduta assieme ad altri due corridori, si frattura un dito ed è costretto al ritiro. Dopo un periodo di forzato riposo riprende l'attività agonistica, ma con scarsa vena. Medita il ritiro e a fine stagione, a soli 30 anni, chiude la sua carriera professionistica, ricca di soddisfazioni ma anche di amare delusioni, e abbandona il ciclismo.
Molte ipotesi sono state fatte circa i motivi del ritiro dallo sport di questo forte atleta ancora giovane e perfettamente integro: vennero addotti motivi familiari, o che il ciclismo era ormai diventato una giungla senza regole ed altri ancora. I veri motivi però li sapeva solo lui e se li è portati con sé, del resto era nel suo carattere: schivo e taciturno.
Il 13 maggio 2005 Adriano ci ha lasciato in punta di piedi, senza disturbare, come era nel suo stile.
©2002-2023 Museo del Ciclismo Associazione Culturale ONLUS - C.F.94259220484 - info@museociclismo.it - Tutti i diritti riservati

I dati inseriti in archivio sono il risultato di una ricerca bibliografica e storiografica di Paolo Mannini (curatore dell'Archivio). Le fonti utilizzate sono svariate (giornali, libri, enciclopedie, siti internet, archivi digitali e frequentazioni sui vari Forum inerenti il ciclismo). Chiunque desideri contribuire alla raccolta dei dati, aggiunta di materiale da pubblicare o alla correzione di errori può farlo mettendosi in contatto con Paolo Mannini o con la Redazione.

Preferenze Cookies - Privacy Policy