Giovanni Sabbadini, figura di spicco del ciclismo piemontese e nazionale

Nato il 4 giugno 1953 a Edolo (Brescia), Sabbadini era arrivato nel Torinese quando era ancora un ragazzo, in tempo per cominciare a correre in bicicletta con i colori della Condor di Pinerolo. Passò poi alla Brunero di Ciriè e nel 1972, appena 19enne, al primo anno nella categoria vinse a San Damiano d'Asti il titolo di campione regionale dei dilettanti.
Nel 1974 venne ingaggiato dalla Brooklyn, la sezione cadetta satellite dello squadrone che dominava tra i prof con Roger De Vlaeminck, e sarebbe sicuramente passato nella categoria superiore senza un drammatico incidente occorsogli durante il Giro-baby del '74 nella discesa del Passo Costalunga. Sull'asfalto di Vigo di Fassa, dopo un rovinoso impatto contro un'autovettura proveniente in senso contrario, si infransero i suoi sogni di diventare un campione delle due ruote.
Rimasto nell'ambiente, era diventato uno dei più apprezzati Direttori di corsa a livello nazionale. Ormai da molti anni, dirigeva tutte le corse organizzate dalla sua vecchia società di appartenenza, la Brunero: dal Gp Artigiani Sediai di Grosso Canavese alla Ciriè-Pian della Mussa, dalla Coppa d'Argento al Memorial Antonio Davitto. Ma la sua competenza e la sua professionalità avevano ben presto valicato i confini del Canavese. Da anni era Condirettore di Corsa nel blasonato Giro della Valle d'Aosta internazionale a tappe e ancora nel 2009, a metà del mese di maggio, benché già aggredito da un male incurabile, aveva diretto il Trofeo Eco del Chisone a Pinerolo. Poi, improvviso, l'aggravamento che gli è stato fatale a luglio del 2009. A soli 56 anni è stroncato da un mesotelioma, vale a dire il tumore provocato dall'amianto.
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