Storia di Benoni Beheyt

Il suo cognome, per un certo periodo, venne pronunciato nel mondo del ciclismo come quello di un Giuda, di un traditore.
In effetti il suo comportamento nel campionato mondiale del '63 a Renaix non fu corretto nei confronti di Van Looy, indiscusso leader dello "squadrone nero" che l'accettò fra i selezionati dopo la promessa di fedeltà, della quale, non a torto, dubitava. Nella volata per il titolo, dopo aver negato a Van Looy il suo aiuto dicendosi stanco al momento dello sprint, Benoni ebbe un guizzo irresistibile in virtù del quale "bruciò" il capitano e conquistò la maglia iridata. Il gesto, probabilmente, segnò l'inizio della fine di una carriera che avrebbe potuto essere brillantissima: se si pensa che nelle categorie minori aveva ottenuto ben 190 vittorie e che, avendo allora appena 23 anni, avrebbe avuto davanti un avvenire allettante. Dopo aver vinto in maglia iridata il Giro del Belgio, essere stato 2° nel Giro delle Fiandre, nella Parigi-Roubaix e 3° nella Parigi-Bruxelles, successivamente colse solo modeste affermazioni per cui a 26 anni diede l'addio al ciclismo agonistico. Dopo alcune vicissitudini, ritornò nell'ambiente come giudice di gara.
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