Storia di Jean Stablinski

Corridore di straordinaria tenacia e coraggio anche se non dotatissimo sotto il profilo stilistico seppe arrivare alla vera gloria in età matura, dopo una carriera rispettabilissima. Polacco di origine (il suo vero cognome era Stablewski) assunse a 16 anni la cittadinanza francese per poter partecipare ai Primi passi Dunlop. Da dilettante prima e da indipendente poi si segnalò col terzo posto alla Corsa della Pace e al Giro del Belgio del '52, diventando poi campione francese militare '53. Passato professionista vinse la Vuelta di Spagna del '58 a 26 anni e si laureò campione del mondo a trent'anni nel '62 a Salò, sul Lago di Garda, dopo una fuga solitaria di 20 chilometri e con 1'22" sull'irlandese Elliot. Intanto in Francia stava imponendo il suo dominio a livello di campionato nazionale: quattro vittorie nel '60, '62, '63 e '64 e due secondi posti ('61 e '66). Il tutto grazie anche al sodalizio con un big come Jacques Anquetil, in coppia conquistarono il Trofeo Baracchi del '65, del quale fu sempre fedelissimo compagno di squadra senza esserne un vero e proprio gregario. Del resto anch'egli era un vincente: oltre 50 vittorie da professionista tra le quali la Parigi-Bruxelles '63, l'Henninger Turm e il Giro del Belgio '65, l'Amstel Gold Race '66 e tante altre semi-classiche o corse a tappe brevi. Dodici le sue partecipazioni al Tour de France con 5 vittorie di tappa, cinque al Giro d'Italia con 2 frazioni e parecchi piazzamenti di rilievo.
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