La prima vittoria di Aldo Ricci (aneddoto del fratello Carlo)

Siamo alla fine degli anni '50. Aldo ha iniziato a correre da poco, usando la mia bici un pò troppo grande per lui.
In estate decide di andare a Soriano nel Cimino, dove si sono conosciuti mamma Francesca, la telefonista del paese, e papà Mario, il "campioncino" locale di ciclismo che si serviva spesso del servizio telefonico per la sua attività di corridore.
Aldo si allena per un paio di settimane e convince zio Poldo, ex corridore con discreti risultati, ad accompagnarlo ad una gara regionale in provincia di Viterbo. Percorso duro, con un caldo incredibile. Dopo i primi giri, i paesani che per amicizia di Poldo e di Mario avevano seguito con un pullman la trasferta, visto il distacco incolmabile di Aldo dai primi decidono di ritornare a casa prima della fine della gara.
Passa la crisi dovuta alle digestione (... per troppe fettuccine preparate in casa dalla nonna Angelina...) Aldo incomincia una incredibile rimonta, che termina sul traguardo posto in cima ad una durissima rampa a Roccalvecce, piccolo paesino in provincia di Viterbo. Infatti, proprio sulla linea di arrivo supera l'ultimo corridore in fuga.
Zio Poldo e Aldo ritornano in paese con coppa e fiori e informano gli increduli amici.
Papà Mario, dopo la carriera ciclistica, aveva iniziato la sua attività di ispettore vendite per la Star. In quei giorni si trovava in Toscana per lavoro; in un piccolo bar, leggendo le cronache sportive, viene a sapere della prima vittoria del figlio Aldo solo dai giornali. Da quel giorno, dopo lo scetticismo iniziale, ha seguito attentamente la carriera di Aldo.
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