All'anagrafe Renato. Nato a San Bartolomeo in Bosco (FE) l'8 gennaio 1912, deceduto a Copparo (FE) il 15 febbraio 1997. Passista. Professionista dal 1934 al 1938, con una vittoria.
Un buon corridore che ha lasciato una traccia profonda nelle sue zone per la propaganda al pedale che ha saputo produrre. Uno che ha smesso sicuramente troppo presto, anche se a confortare la sua decisione, ci sta una fase difficile del nostro Paese sfociata poi su quei tragici eventi storici che ben conosciamo. Walter per tutti, ma Renato all'anagrafe, divenne professionista nel 1934, a 22 anni, molto presto rispetto al suo esordio nelle corse, che era solo di un paio d'anni prima, ed in quella sua stagione d'esordio colse il 5° posto nella Coppa Collecchio. Abbastanza per dare ad Alfredo Focesi il "padre padrone" della Cicli Gloria, la spinta per farne un corridore delle storiche biciclette e maglie grigioblu. E nel 1935, il giovane ferrarese fu autore di una gran bella stagione. Vinse la Coppa Zucchi, fu 2° nella tappa di Mantova al Giro d'Italia, due giorni dopo nella frazione di Cesenatico conquistò la Maglia Rosa che poi perse nella tappa a cronometro di Riccione del giorno successivo. Fantini chiuse quel Giro al 52° posto. Fu poi 3° nella Coppa Franchi, 5° nel Giro delle Due Province e, nuovamente, nella Coppa Collecchio, 7° nel Giro del Veneto, 9° nella Coppa Guttalin, 11° nel Giro del Piemonte e 12° nel Campionato Italiano. Nel 1936 ebbe una flessione, in parte dovuta a difficoltà fisiche: nell'anno fu 12° nel Giro dell'Emilia, si ritirò al Giro d'Italia e fu solo 48° nel Tricolore. Andò un po' meglio l'anno successivo, quando finì 3° nella Coppa Ferrarini, 8° al Giro dell'Emilia, 9° nella Milano Modena, ma si ritirò nuovamente nella "Corsa Rosa". Nel 1938, fu 6° nella Coppa Guzzi, 7° nel Giro di Romagna e finì il Giro d'Italia al 36° posto. Gli sforzi di quella grande corsa portata a termine, furono la "goccia" che lo convinse ad un anticipato ritiro.