Storia di Koichi Nakano

Fra i grandi protagonisti del keirin in Giappone (ma non il numero uno) è diventato figura leggendaria nel campo della velocità dove, per dieci anni consecutivi, ha imposto la sua legge indossando per dieci volte la maglia iridata, togliendo così il prestigioso primato a Maspes e Scherens giunti a quota sette e stabilendo un limite difficilmente superabile. Si presentò per la prima volta a Monteroni nel '76 dove solo in maniera scorretta riuscì a far fuori l'azzurro Cardi nei quarti di finale e nella semifinale venne battuto da Nicholson, poi perdette il terzo posto dal connazionale Sugata. Quell'esperienza lo convinse a rinunciare negli anni successivi a una serie di fruttuose prove di keirin in Giappone per ritentare la conquista della maglia iridata, dimostrandosi imbattibile sia per la potenza dello scatto, per la classe e per la grinta, questa talvolta oltre i limiti del lecito (basta citare gli scontri con Bontempi e Singleton). I suoi erano i trascorsi di uno specialista di gare keirin, e nemmeno dei migliori in senso assoluto. Era bravo, si diceva, ma più bravi di lui in Giappone se ne contavano molti. Quando, poi, ha continuato a vincere il mondiale, si è andati a vedere cos'era questo keirin per conoscere anche i trascorsi di Koichi che, a differenza dei connazionali che lo avevano preceduto nella caccia al titolo, non arrivava ai mondiali con scatolette nelle quali vi erano filetti di serpente; mangiava e beveva all'europea, gustando specialmente i cibi italiani.
Così a San Cristobal nel '77 batté Sugata in finale, a Monaco nel '78 e ad Amsterdam nel '79 Berkman, a Besancon nell'80 Ozaki; a Brno '81 e a Leicester nell'82 Singleton; a Zurigo nell'83 Cahard; a Barcellona nell'84 Dazzan; a Bassano nell'85 Matsueda e a Colorado Springs nell'86 Matsui. Nell'87, in sua assenza, Tawara ha regalato al Giappone l'undicesimo titolo consecutivo dopo i dieci dell'imbattibile kamikaze. Colorado Springs fu l'ultima sua vittoria iridata perché voleva superare il record di Maspes e Scherens e riuscì ad andare ben oltre. Ma per venire al mondiale doveva rinunciare alle corse di keirin che gli fruttavano molto di più e così, anche se la Federazione giapponese gli assicurava ogni volta una somma per il mancato guadagno, non ne volle più sapere di partecipare ai mondiali di velocità e si dedicò al keirin che gli ha consentito di accumulare una fortuna.
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