Domenico Caratozzolo

Nato a Messina il 4 aprile 1903, deceduto. Fondista. Professionista indipendente dal 1922 al 1927, con 6 vittorie.
Un corridore che, probabilmente, valeva di più di quel che ha raccolto, ma che ha comunque assunto un ruolo importante nella sua terra, la Sicilia (la prima in Italia ad ospitare una corsa a tappe di valore internazionale), affinché la popolarità del ciclismo si mantenesse degna della tradizione. Ed è da considerare come il più tangibile ciclista siculo prima degli anni trenta. Un corridore che ha pagato gli sforzi per andare a correre, anche più della fatica, allora imparagonabile con l'oggi, delle corse. Per questo una carriera corta, conclusa a soli 23 anni, nell'impossibilità di prolungarla per entrate sufficienti a vivere di ciclismo. In quei pochi anni, ovviamente, pagò, come detto, le distanze delle corse per soli professionisti, il Giro d'Italia in particolare, non a caso non lo concluse mai. Si segnalò nel 1924, quando giunse 3° nella Reggio-Monteleone-Reggio, 6° nella Corsa Nazionale a Firenze e 10° nella Coppa Placci. Nel 1925 dopo aver vinto la Noto-Vittoria e la Coppa Oris a Palermo, provò il Giro d'Italia. Fu 23° nella prima tappa a Torino, 30° un quella di Arenzano, 39° a Pisa, 43° a Roma, 11° a Napoli. Quest'ultimo bel piazzamento, lo pagò nella successiva tappa di Bari, dove si ritirò. Nel resto della stagione fu poi 2° nella Coppa Fobert, 3° nella Coppa Sidari, 3° nel Giro dell'Etna, 4° nel Circuito Novara Sicula. Col 1926 si visse il meglio di Domenico Caratozzolo. Vinse in primavera il Giro delle Due Province e, poi, il Giro di Sicilia nonché due tappe dello stesso. Al Giro d'Italia però, andò male, perché dopo aver chiuso 32° la prima tappa si ritirò lungo la successiva. A completare i suoi piazzamenti annuali e di carriera, arrivò in autunno il 4° posto nella Coppa Sangiovannese. Fu questo l'ultimo fuoco del Caratozzolo corridore. Chiuse col ciclismo e di lui si persero le tracce.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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