Cesare Osnaghi

Nato a Milano nel 1890. Deceduto. Fondista. Professionista dal 1909 al 1912, senza ottenere vittorie.
Questo quasi pioniere milanese, che dalla pista si trasformò in breve in un fondista che aveva bisogno di tanti chilometri per emergere, rappresenta un riferimento sicuro per i ricercatori sui primi anni del Giro d'Italia e delle prime corse a tappe nel ciclismo italiano. Uno che terminava le corse e che rappresentava una sorta di primo dei secondi. In altre parole, era sovente il primo di quelli che avevano poche speranze di vincere o arrivare a podio. Si presentò al primo Giro d'Italia, nel 1909, come uno dei più giovani e, potremmo aggiungere, uno dei più inesperti. Ed infatti, pur riuscendo ad arrivare al Parco Trotter, e già questa era un'impresa, non entrò mai nei primi dieci di tappa e si classificò 28° nella classifica finale, che rappresenta il suo peggior piazzamento in una corsa a tappe. Nell'anno chiuse il Giro di Lombardia al 32° posto. Nel 1910, entrò nelle file della "Senior", sodalizio che non l'abbandonò mai, fu 8° nella tappa Napoli-Roma del Giro d'Italia che concluse 14°, ed arrivò 8° nella tappa di Salsomaggiore alla "Ai mari, ai laghi, ai Monti", una gran corsa che contava su 8 frazioni. Nel 1911 fu 35° alla Milano Sanremo, 4° al Giro di Romagna-Toscana, 14° al Giro d'Italia nella Classifica finale, con l'8° posto di tappa ad Ancona e il 9° di Pompei, indi un significativo 5° posto al Campionato Italiano su Strada, il 7° nelle Tre Coppe di Parabiago, ed il 14° al Giro di Lombardia. Nel 1912, dopo il 41° posto iniziale alla "Sanremo", incappò in una rovinosa caduta nella sesta tappa del Giro d'Italia che, oltre a farlo ritirare da quella edizione, di fatto, praticamente pose fine alla sua carriera.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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