Claudio Bortolotto: La maglia verde

Il ventunenne Claudio Bortolotto, giungendo 5^ nella Classifica Generale del Giro d'Italia Dilettanti vinto nel 1973 da G.B. Baronchelli, comprende d'essere adatto alle corse a tappe, e che dovrà aprirsi la strada in un'epoca in cui il ciclismo italiano abbonda di campioni di fama internazionale.
Passato professionista la strada si delinea, in quanto diviene l'insostituibile spalla di Francesco Moser, uno dei più forti atleti dell'epoca. Ma non si accontenta del ruolo di gregario, sia pur il prediletto da un fuoriclasse, e persegue una meta prestigioso: il primato nella classifica scalatori del Giro d'Italia.
Bortolotto conquista la mitica Maglia Verde di leader degli scalatori per ben 3 anni consecutivi: 1979, 1980 e 1981, risultato che lo pone nell'albo d'oro del Giro d'Italia immediatamente dietro a Gino Bartali (7 vittorie) ed al grimpeur spagnolo José Manuel Fuente (4 vittorie).
Al Giro Bortolotto conquista anche 2 preziose vittorie di tappa, sempre al termine di impegnativi percorsi appenninici: nel 1977 a Santa Margherita Ligure, in fuga solitaria, e nel 1979 a Potenza, superando sul traguardo il compagno di fuga, ed avversario per la maglia verde, Mario Beccia.
Vittorie di tappa e di classifica scalatori significative, in quanto Bortolotto il Giro non lo corre "in proprio", ma sempre scrupolosamente al servizio ed a vantaggio di Capitan Francesco.
E leggenda vuole che tanto generoso impegno venga ricambiato da Moser che, nel Tour del Midì Libre del 1978, veste i panni di gregario per aiutare "Capitan Bortolotto" ad aggiudicarsi quella corsa a tappe. Giusto coronamento, con le gare in linea GP Industria e Commercio del 1977 e Coppa Sabatini del 1981, dell'onorata carriera di questo ciclista della Marca Trevigiana.
Articolo inviato da: Angelo Gerosa
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