Nato a Filattiera di Massa il 15 settembre 1935. Alto m. 1,64 per 64 kg. Professionista nel 1962. Passista scalatore. Nessuna vittoria. Fisico compatto da piccolo gladiatore. Uno che da dilettante si evidenziò come gran lottatore e animatore di gare. Abbastanza per centrare l'attenzione e la condivisione di Gino Bartali che se lo portò con sé alla San Pellegrino nel 1962. Giunto fra i professionisti, Angella partì bene. Non uscì mai dai primi 30. Fu 14° nella Sassari Cagliari, 22° alla Milano Sanremo, 20° alla Milano Torino, 30° nel Giro della Provincia di Reggio Calabria, 9° nel Giro dei Quattro Cantoni in Svizzera, 15° nel Giro di Toscana. Insomma, un buon andamento per un neoprofessionista. La San Pellegrino lo schierò al Giro d'Italia, e lui nella tappa d'esordio che da Milano si concludeva a Tabiano Terme, giunse 8°. Di lì per tanti giorni il suo ruolino fu positivo. Angella fu poi uno che riuscì a superare indenne la tagliola della neve della Cavalcata dei Monti Pallidi che fece bloccare la tappa su Passo Rolle che provocò oltre cinquanta ritiri. E quando tutto lasciava presagire per Angella una buona conclusione della "Corsa Rosa", arrivò una caduta prima ed un gran mal di stomaco poi che lo fecero arrendere nella non certo difficile diciassettesima tappa che da Lecco si concludeva a Casale Monferrato. Fatto sta che quel ritiro parve inceppare la crescita di Severino fra i prof. Dopo il Giro d'Italia infatti, il rendimento del corridore massese calò e la seconda parte della stagione fu grigia. A fine stagione lasciò l'agonismo.