Nato a Udine il 18 giugno 1960. Professionista dal 1985 al 1986 senza ottenere vittorie. Il solito ennesimo caso di forte fra i dilettanti ed anonimo fra i professionisti. La storia del ciclismo è piena di questi esempi in via di scioglimento nell'oggi, a causa della di fatto unificazione al netto ribasso dei chilometraggi delle corse professionistiche. Già, perché le marcate maggiori distanze delle professionistiche rispetto a quelle dei dilettanti sono state per oltre ottant'anni il pomo principale delle difficoltà nell'affrontare il ciclismo come mestiere ufficiale. Non è detto sia il caso di Condolo, ma siamo su quella strada. Di sicuro i quattro successi stellari fra i "puri", ovvero la Bassano Montegrappa, il Palio del Reciotto, il Trofeo Bianchin e la Cronoscalata della Futa, parlavano di sicure doti, poi non trasmesse tra i prof, forse anche perché la "ferma olimpica" ha frenato il suo passaggio in quel 1984 come era nelle logiche. Fu la Malvor Bottecchia Vaporella di Zandegù a far passare fra i prof il Condolo, ma nel 1985. Qui Mario si perse nell'anonimato: fu 84° al Giro di Svizzera, ed il miglior piazzamento nell'anno d'esordio in corse di un giorno fu il 4° posto alla Ruota d'Oro. Addirittura peggio nel 1986, sempre alla corte di "Tenore" Zandegù. Era inevitabile che si concludesse la parentesi agonistica di Condolo a fine stagione.