Addo Kazianka

Nato a Cremona l'11 maggio 1931. Passista, alto 1,70m. per 65. Professionista dal 1959 al 1961 con 3 vittorie. Oggi si direbbe che la sua struttura fisica sia quella classica dello scalatore, ma in realtà questo cremonese di origine polacca, possedeva una pedalata armoniosa e composta, da gran cronoman. In altre parole, allora come oggi, checché ne dicano i dottori preparatori-zambottini che hanno assassinato il ciclismo con la loro specializzazione, se un corridore è naturalmente talentuoso, può arrivare a testimoniarsi dove vuole, indipendentemente dalla propria naturale struttura. Ed Addo Kazianka era davvero un talento, poi a ridimensionarne la carriera, ci ha pensato una discontinuità a lunghi segmenti i cui motivi, consapevoli o inconsapevoli, li può conoscere solo lo stesso Kazianka. Di certo, al ciclismo che conta, il corridore cremonese è giunto con tangibile ritardo. D'altronde allora, con le Olimpiadi aperte solo ai dilettanti, esisteva quel gruppo di Probabili Olimpici, comunemente conosciuto solo con la sigla P.O., che, di fatto, con lo stipendio che garantiva, compassava non poco le motivazioni verso quel professionismo non sempre in grado di garantire compensi migliori.
L'avventura di Addo nel ciclismo partì nel 1947 e nella permanenza nelle categorie giovanili, che si prolungherà, fra vittorie eclatanti e fasi oscure, fino al giugno del 1956, ebbe modo di evidenziare doti di assoluto valore nazionale e, perché no, internazionale. Non a caso il 26 ottobre 1954, al velodromo Vigorelli, stabilì il Primato del Mondo sui 5 km in 6'25"60 e due giorni dopo, sempre sulla magica pista milanese, fece suo anche il Record Mondiale sui 20 chilometri in 26'52"40. Nel 1955 conquistò assieme a Campana, Pellegrini e Pizzali il Titolo Italiano nell'Inseguimento a squadre, indi, nel '56, vinse in maglia Aurora Desio, con Domenicali, Tonero e Chiesa, la Coppa Italia e chiuse 3° il Tricolore nell'Inseguimento individuale. Fra le diverse vittorie in corse in linea, la più importante fu la Coppa San Geo nel 1951. Poi, a fine giugno '56, quando vide che non sarebbe arrivato all'azzurro per i Giochi di Melbourne, accettò le proposte della professionistica Leo Chlorodont che aveva come capitano Gastone Nencini e nello scorcio di stagione rimasto, riuscì ad evidenziarsi solo al Giro del Ticino, chiuso al 15° posto. Il 1957 fu però un anno da dimenticare: corse pochissimo e parve sempre l'ombra di se stesso. A fine anno rimase senza contratto e passò il 1958 fra gli indipendenti, col sostegno parziale della Prevalle di Brescia e del G.S. Morosini. Nella stagione mostrò un piccolo risveglio al Giro della Regione siciliana in linea, che chiuse 12°. C'era però chi non s'era scordato di lui, niente popò di meno che Fausto Coppi, il quale lo volle con sé alla Tricofilina per la stagione 1959. Ed Addo, a dispetto della poca fiducia dei più, rispose da par suo, vincendo da campione la tappa di Argentona del Giro di Catalogna, corsa nella quale giunse pure terzo nella frazione di Lerida. In Italia finì 2° nel GP Boldrini, una crono coppie che corse con Gismondi, fu poi 4° nel GP Pontremoli e 4° nel GP di Chignolo Po, chiuse 8° il Trofeo Baracchi corso con Casati e 11° il Giro di Lombardia e 16° nella Milano Torino. Fece un buon Giro d'Italia chiuso 44° con un 7° posto nell'ultima frazione di Milano. A fine stagione con la chiusura della Tricofilina, poco prima della scomparsa di Coppi, firmò un contratto con l'Emi di Charly Gaul per il 1960. Fu l'anno migliore di sempre per Kazianka. Vinse da fuoriclasse la tappa di Cervinia al Giro d'Italia, manifestazione nella quale corse a fianco del suo capitano Gaul. Chiuse la "Corsa rosa" al 27° posto. Andò poi al Giro di Lussemburgo dove finì 3° nella tappa inaugurale di Esch sur Alzette. Tornato in Italia vinse da corridore di categoria superiore il Giro delle Alpi Apuane e corredò la sua bella annata col 2° posto a Ponzano Magra, il 2° nella Classifica finale del GP U.V.I., il 3° nel GP di Pistoia, il 5° nella Milano Mantova, l'8° nel GP di Cerro Maggiore e il 9° nel GP Foivizzano. A fine stagione l'Emi lasciò il ciclismo e Kazianka si accasò per il 1961 in quella che poteva considerarsi la discendente della squadra disciolta, ovvero il G.S. Vov. Con le maglie giallo-azzurro del celebre liquore Addo entrò in uno dei suoi proverbiali segmenti d'ombra. Il 4° posto nella tappa di Vittorio Veneto al Giro d'Italia fu una sorta di personale canto del cigno. Al Giro su ritirò alla penultima tappa, ed a fine stagione appese la bicicletta al chiodo.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
©2002-2023 Museo del Ciclismo Associazione Culturale ONLUS - C.F.94259220484 - info@museociclismo.it - Tutti i diritti riservati

I dati inseriti in archivio sono il risultato di una ricerca bibliografica e storiografica di Paolo Mannini (curatore dell'Archivio). Le fonti utilizzate sono svariate (giornali, libri, enciclopedie, siti internet, archivi digitali e frequentazioni sui vari Forum inerenti il ciclismo). Chiunque desideri contribuire alla raccolta dei dati, aggiunta di materiale da pubblicare o alla correzione di errori può farlo mettendosi in contatto con Paolo Mannini o con la Redazione.

Preferenze Cookies - Privacy Policy