Storia di Giordano Cottur

E' stato senza dubbio un uomo di primo piano del ciclismo italiano. Nato a Trieste nel 1914, cominciò a correre nel 1930, e in questo trovò un ottimo collaboratore nel padre, sportivissimo. Nel 1931, da allievo, sfoderò una grande giornata ai campionati italiani, ad Ascoli Piceno: se ne andò in salita, forò, riprese i primi, ma cadde in pista quando forse era già tricolore.
Tra i dilettanti, altre grandi prestazioni in sei anni di carriera. Questa lo portò nel 1937 alla maglia azzurra per i campionati mondiali di Copenaghen, dove fu un'importante pedina per la vittoria di Adolfo Leoni.
Passò professionista a 24 anni nel 1938. La sua cosa migliore la fece senza dubbio nel Tour de France di quest'anno da neoprofessionista: fu un magnifico gregario per la prima vittoria finale di Bartali, e primeggiò in numerose occasioni per le sue eccellenti qualità. Nel 1940 nel primo Giro d'Italia vinto da Coppi, si piazzava al terzo posto in classifica finale.
Dopo la parentesi della guerra, fu ancora tra i migliori. Nel 1946 vinse la prima tappa del Giro e fu il primo corridore a giungere a Trieste, in quella famosa e burrascosa giornata di Pieris. Si classificò ottavo nella classifica finale.
Nel 1947 dopo il terzo posto nel Giro del Lazio, vinceva la tappa perugina del Giro d'Italia, che per lui però terminava a Padova. Subito dopo partiva per il Tour, dove otteneva il quarto posto nella durissima Grenoble-Briancon e ancora un terzo e un'altro quarto posto a cronometro, terminando ottavo nella classifica generale.
Anche il 1948 fu incentrato su Giro d'Italia e Tour de France. Al Giro vinse la prima tappa per distacco e ottenne il terzo posto, a pari merito con Ortelli, nella classifica finale. Nemmeno due settimane dopo partiva per il Tour, interrotto ad Aix ma non prima di aver dimostrato d'essere sempre il solito leone sui Pirenei.
Nel 1949, a trentacinque anni, ancora un terzo posto al Giro d'Italia dietro a Coppi e Bartali. Dopo un sesto posto nel Giro del Lazio, correva con buoni piazzamenti il Giro di Svizzera, ultima di quelle corse a tappe che furono la sua specialità. Fu poi sesto nella Zurigo-Losanna e quarantottesimo nel Giro di Lombardia. Era il 24 ottobre 1949. Un grande campione, meraviglioso per generosità e resistenza, chiudeva la sua attività agonistica.
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