Tre Valli Varesine
La mitica "Tre Valli Varesine", la corsa più amata dagli sportivi varesini, è organizzata dalla Società Ciclistica Alfredo Binda, e nel corso degli anni ha toccato, con il suo percorso, tutta la provincia di Varese, da Angera a Besozzo, da Varese a Casale Litta, da Gallarate a Cuvio, da Malnate a Sesto Calende. Il prologo della prima "Tre Valli" nel 1919: si era allora in affannosa ricerca dei premi; il buon Gorla cassiere della società, non disponeva in cassa che di 200 lire circa, mentre il primo premio, ancora scoperto, importava una spesa di 140 lire. Si era bussato ma invano, a tutte le porte, ma alla fine si diede via libera ai premi nella speranza di un aiuto provvidenziale.
E l'aiuto venne il mattino dopo, attraverso le colonne del quotidiano varesino: primo premio grande medaglia d'oro dono della "Cronaca Prealpina". Respiro di sollievo degli organizzatori e burrasca in redazione perché la notizia era stata pubblicata all'insaputa del "sciur Gioan" (n.d.r.: Giovanni Bagaini, fondatore e direttore del giornale) e dell'amministratore. Ma ormai l'impegno era stato preso e non era possibile tornare indietro. Così fu varato il primo circuito delle "Tre Valli Varesine".
Nacque tuttavia senza alcuna pretesa, quasi in sordina, fra l'interesse di pochi sportivi locali, se non proprio fra il disinteresse generale. Ma chi poteva immaginare cosa sarebbe divenuta la "Tre Valli Varesine".
Così il 22 giugno 1919, alla partenza della prima edizione, uno sparuto gruppetto di ventisette animosi si presentò agli organizzatori, mai certamente immaginando di diventare i precursori dei più grandi campioni del pedale. Vinse Pietro Bestetti, che unitamente ai compagni di fuga Scaioni e Bianchi, era scattato dal gruppo sulle rampe di Marchirolo.
Nel 1920, la fama delle Tre Valli era già avviata verso traguardi più alti: ottanta circa i partenti e vittoria per distacco del gorlese Raimondo Rosa; a ben cinque minuti giungeva il milanese Spina che regolava il varesino Baratelli.
Nel 1921 la Tre Valli era ormai una corsa affermata, basti dire che alla partenza figurava l'idolo del momento Domenico Piemontesi. Fu una gara combattutissima, e solo la sfortuna privò il popolare "Piemont" della vittoria; una rovinosa caduta, infatti, lo costrinse ad abbandonare, mentre era in testa alla corsa, avendo staccato gli avversari sulle rampe del Brinzio. La lotta si restringeva allora fra il veneto Zanaga e il varesino Bianchi; quest'ultimo, purtroppo, veniva a sua volta tolto di mezzo dalla sorte, in quanto investito da una automobile. Zanaga giungeva così solo, con sette minuti, al traguardo, ma veniva squalificato, per infrazioni al regolamento, e la vittoria fu assegnata a Luigi Girardi. Nel 1922, pur con delle condizioni atmosferiche avverse, Piemontesi si rifece brillantemente e vinse di prepotenza dopo aver scatenato la battaglia sul Marchirolo.
Da allora ad oggi ogni edizione ha una storia da raccontare e la corsa è sempre stata onorata dai più grandi campioni.
Ad esempio nel 1929 la corsa superò per la prima volta il chilometraggio dei 200 Km, e vide alla partenza nomi famosi come Learco Guerra, Michele Mara, Albino Binda, tolti però dalla lotta da una caduta generale nei pressi del traguardo. Vinse il legnanese Morelli davanti al varesino Catalani, a Grandi e a Zanzi.
Nel 1930, fu la volta di Albino Binda - il fratello più giovane del campione del mondo - a "bruciare" sulla fettuccia del traguardo Ferrando, dopo che il varesino Zanzi era transitato per primo sul Brinzio.
Nel 1931, tutti i "big" del ciclismo italiano dell'epoca erano alla partenza della Tre Valli, valevole quale prima prova del campionato italiano. Vinse Giacobbe davanti a Camusso, Mara, Morelli e Guerra.
Dopo dieci anni - nel 1932 - Piemontesi tornava a tagliare vittorioso il traguardo della classica varesina, precedendo Bovet e Giacobbe.
Ed eccoci al 1938, ed alla grande vittoria di Gino Bartali, che entrava solo sulla pista di Masnago, pur avendo la bicicletta priva del pedale destro staccatosi nell'ultima parte della corsa.
Nel 1941, Fausto Coppi scrisse il proprio nome nel libro d'oro della Tre Valli, ormai ricco di personaggi famosi. Il compianto Fausto staccò tutti sul Viggiù e giunse allo stadio di Masnago con 3' su Bizzi, Bartali, Canavesi eVicini.
In sordina l'edizione del '42, vinta da Succi, preludio ai tragici avvenimenti del '43 e del '44 che non videro l'effettuazione della gara varesina.
Ripresa nel 1945, la Tre Valli ebbe in Adolfo Leoni il suo venticinquesimo vincitore, davanti a Ricci e a Bartali.
L'edizione del 1948 fu l'edizione della folla (500.000 persone) e del grande duello Coppi-Bartali concluso con una polemica volata in viale Ippodromo, ove Coppi prevalse di mezza gomma sul fiorentino. Discussioni, verbali e ... non, all'arrivo tra il pubblico, in quanto ci fu un danneggiamento ai danni di Bartali nella convulsa volata.
Nel 1950, la Tre Valli fu prova unica di campionato italiano: l'ambita maglia tricolore fu appannaggio di Bevilacqua giunto con 1'22" di distacco su Martini
Più che mai internazionale, la Tre Valli nel '52, con la partecipazione del campione del mondo consacrato a Varese, Ferdy Kubler, Louison Bobet, Rick Van Stembergen, Stan Ockers, Schaer, ecc. Arrivo a Luino e vittoria d i Minardi su Martini e Padovan.
Nel 1953, ancora un nome destinato a divenire celebre: Nino Defilippis e la Tre Valli, che era valevole quale ultima prova di campionato, consacrò campione d'Italia Fiorenzo Magni.
Nel '54 il "ramarro" Albani fece sua la classica varesina, mentre l'anno seguente - 1955 - fu la volta di Fausto Coppi, in una indimenticabile edizione "a cronometro", a tagliare vittorioso il traguardo dell'Ippodromo. Coppi, fra il delirio della folla che aveva spezzato i cordoni di protezione e minacciava di travolgere tutto, indossò la maglia tricolore di campione d'Italia.
Nel '56, il trionfatore del Tour de France di quell'anno - Gastone Nencini - impose i diritti della sua classe con una stupenda fuga sul ''Sasso di Gavirate''.
L'egemonia degli italiani fu spezzata per la prima volta nel 1957 da Germain Derycke con una guizzante volata sull'anello del "Franco Ossola". II belga bruciò l'astro nascente di allora Ercole Baldini, Conterno ed il campionissimo francese Louison Bobet.
Fra la solita ala ininterrotta di sportivi entusiasti, nel 1960, la classica della Binda tornava ad assumere l'onore di consacrare il campione d'Italia e sul rettilineo d'arrivo dell'Ippodromo delle Bettole in una convulsa volata l'estroso e simpatico Nino Defilippis indossava - come Coppi nel 1955 - la magia tricolore.
Nel 1964 nuovamente prova di campionato italiano, tornano di scena i velocisti: contro la ruota d'oro di Marino Vigna non c'è nulla da fare Si inizia così la grande epopea di Gianni Motta, che unico nella storia della Tre Valli, riuscì a vincere la classica varesina per ben 4 volte ('65, '66, '67 e '70).
Nel 1973 la Tre Valli torna a fasciarsi di tricolore. In Valcuvia Enrico Paolini fulmina i più agguerriti big del momento e si consacra campione italiano. Fra i battuti Zilioli, Bitossi, Gimondi, Basco, Motta e i giovanissimi Moser e Battaglin.
Con il 1976 inizia il predominio assoluto ed incontrastato delle due nuove stelle nascenti del ciclismo italiano: Moser e Saronni. Sembra di essere tornati ai tempi di Coppi e Bartali, e spetta alla Tre Valli, com'è tradizione, lanciare definitivamente i due nuovi campioni nell'olimpo dei grandi. Nel 1976 vince Moser, nel 1977 Saronni, nel 1978 rivince Moser, e nel 1979 Saronni pareggia il conto! il tutto sotto lo sguardo impotente di italiani e stranieri presenti al completo al via.
Nel 1980 la musica non cambia: è Saronni a mettere tutti in fila indiana nel volatone a Cadrezzate. L'anno successivo grossa per tutti la sorpresa: Moser e Saronni fanno una magra figura di fronte al gigante tedesco Gregor Braun che a Besozzo mette tutti d'accordo vincendo per distacco.
Nel 1982 è nuovamente valida per il campionato italiano con la vittoria di Pierino Gavazzi che sul traguardo brucia le velleità dei compagni di fuga (nell'ordine Torelli, Baronchelli G.B., Ceruti e Masciarelli. Deludente prova di Moser e Saronni e degli altri big che chiudono a otto minuti. Nel 1988 Giuseppe Saronni uguaglia Motta vincendo la sua quarta Tre Valli. Nel 1990 l'ultima vittoria straniera con l'elvetico Pascal Richard.
E l'aiuto venne il mattino dopo, attraverso le colonne del quotidiano varesino: primo premio grande medaglia d'oro dono della "Cronaca Prealpina". Respiro di sollievo degli organizzatori e burrasca in redazione perché la notizia era stata pubblicata all'insaputa del "sciur Gioan" (n.d.r.: Giovanni Bagaini, fondatore e direttore del giornale) e dell'amministratore. Ma ormai l'impegno era stato preso e non era possibile tornare indietro. Così fu varato il primo circuito delle "Tre Valli Varesine".
Nacque tuttavia senza alcuna pretesa, quasi in sordina, fra l'interesse di pochi sportivi locali, se non proprio fra il disinteresse generale. Ma chi poteva immaginare cosa sarebbe divenuta la "Tre Valli Varesine".
Così il 22 giugno 1919, alla partenza della prima edizione, uno sparuto gruppetto di ventisette animosi si presentò agli organizzatori, mai certamente immaginando di diventare i precursori dei più grandi campioni del pedale. Vinse Pietro Bestetti, che unitamente ai compagni di fuga Scaioni e Bianchi, era scattato dal gruppo sulle rampe di Marchirolo.
Nel 1920, la fama delle Tre Valli era già avviata verso traguardi più alti: ottanta circa i partenti e vittoria per distacco del gorlese Raimondo Rosa; a ben cinque minuti giungeva il milanese Spina che regolava il varesino Baratelli.
Nel 1921 la Tre Valli era ormai una corsa affermata, basti dire che alla partenza figurava l'idolo del momento Domenico Piemontesi. Fu una gara combattutissima, e solo la sfortuna privò il popolare "Piemont" della vittoria; una rovinosa caduta, infatti, lo costrinse ad abbandonare, mentre era in testa alla corsa, avendo staccato gli avversari sulle rampe del Brinzio. La lotta si restringeva allora fra il veneto Zanaga e il varesino Bianchi; quest'ultimo, purtroppo, veniva a sua volta tolto di mezzo dalla sorte, in quanto investito da una automobile. Zanaga giungeva così solo, con sette minuti, al traguardo, ma veniva squalificato, per infrazioni al regolamento, e la vittoria fu assegnata a Luigi Girardi. Nel 1922, pur con delle condizioni atmosferiche avverse, Piemontesi si rifece brillantemente e vinse di prepotenza dopo aver scatenato la battaglia sul Marchirolo.
Da allora ad oggi ogni edizione ha una storia da raccontare e la corsa è sempre stata onorata dai più grandi campioni.
Ad esempio nel 1929 la corsa superò per la prima volta il chilometraggio dei 200 Km, e vide alla partenza nomi famosi come Learco Guerra, Michele Mara, Albino Binda, tolti però dalla lotta da una caduta generale nei pressi del traguardo. Vinse il legnanese Morelli davanti al varesino Catalani, a Grandi e a Zanzi.
Nel 1930, fu la volta di Albino Binda - il fratello più giovane del campione del mondo - a "bruciare" sulla fettuccia del traguardo Ferrando, dopo che il varesino Zanzi era transitato per primo sul Brinzio.
Nel 1931, tutti i "big" del ciclismo italiano dell'epoca erano alla partenza della Tre Valli, valevole quale prima prova del campionato italiano. Vinse Giacobbe davanti a Camusso, Mara, Morelli e Guerra.
Dopo dieci anni - nel 1932 - Piemontesi tornava a tagliare vittorioso il traguardo della classica varesina, precedendo Bovet e Giacobbe.
Ed eccoci al 1938, ed alla grande vittoria di Gino Bartali, che entrava solo sulla pista di Masnago, pur avendo la bicicletta priva del pedale destro staccatosi nell'ultima parte della corsa.
Nel 1941, Fausto Coppi scrisse il proprio nome nel libro d'oro della Tre Valli, ormai ricco di personaggi famosi. Il compianto Fausto staccò tutti sul Viggiù e giunse allo stadio di Masnago con 3' su Bizzi, Bartali, Canavesi eVicini.
In sordina l'edizione del '42, vinta da Succi, preludio ai tragici avvenimenti del '43 e del '44 che non videro l'effettuazione della gara varesina.
Ripresa nel 1945, la Tre Valli ebbe in Adolfo Leoni il suo venticinquesimo vincitore, davanti a Ricci e a Bartali.
L'edizione del 1948 fu l'edizione della folla (500.000 persone) e del grande duello Coppi-Bartali concluso con una polemica volata in viale Ippodromo, ove Coppi prevalse di mezza gomma sul fiorentino. Discussioni, verbali e ... non, all'arrivo tra il pubblico, in quanto ci fu un danneggiamento ai danni di Bartali nella convulsa volata.
Nel 1950, la Tre Valli fu prova unica di campionato italiano: l'ambita maglia tricolore fu appannaggio di Bevilacqua giunto con 1'22" di distacco su Martini
Più che mai internazionale, la Tre Valli nel '52, con la partecipazione del campione del mondo consacrato a Varese, Ferdy Kubler, Louison Bobet, Rick Van Stembergen, Stan Ockers, Schaer, ecc. Arrivo a Luino e vittoria d i Minardi su Martini e Padovan.
Nel 1953, ancora un nome destinato a divenire celebre: Nino Defilippis e la Tre Valli, che era valevole quale ultima prova di campionato, consacrò campione d'Italia Fiorenzo Magni.
Nel '54 il "ramarro" Albani fece sua la classica varesina, mentre l'anno seguente - 1955 - fu la volta di Fausto Coppi, in una indimenticabile edizione "a cronometro", a tagliare vittorioso il traguardo dell'Ippodromo. Coppi, fra il delirio della folla che aveva spezzato i cordoni di protezione e minacciava di travolgere tutto, indossò la maglia tricolore di campione d'Italia.
Nel '56, il trionfatore del Tour de France di quell'anno - Gastone Nencini - impose i diritti della sua classe con una stupenda fuga sul ''Sasso di Gavirate''.
L'egemonia degli italiani fu spezzata per la prima volta nel 1957 da Germain Derycke con una guizzante volata sull'anello del "Franco Ossola". II belga bruciò l'astro nascente di allora Ercole Baldini, Conterno ed il campionissimo francese Louison Bobet.
Fra la solita ala ininterrotta di sportivi entusiasti, nel 1960, la classica della Binda tornava ad assumere l'onore di consacrare il campione d'Italia e sul rettilineo d'arrivo dell'Ippodromo delle Bettole in una convulsa volata l'estroso e simpatico Nino Defilippis indossava - come Coppi nel 1955 - la magia tricolore.
Nel 1964 nuovamente prova di campionato italiano, tornano di scena i velocisti: contro la ruota d'oro di Marino Vigna non c'è nulla da fare Si inizia così la grande epopea di Gianni Motta, che unico nella storia della Tre Valli, riuscì a vincere la classica varesina per ben 4 volte ('65, '66, '67 e '70).
Nel 1973 la Tre Valli torna a fasciarsi di tricolore. In Valcuvia Enrico Paolini fulmina i più agguerriti big del momento e si consacra campione italiano. Fra i battuti Zilioli, Bitossi, Gimondi, Basco, Motta e i giovanissimi Moser e Battaglin.
Con il 1976 inizia il predominio assoluto ed incontrastato delle due nuove stelle nascenti del ciclismo italiano: Moser e Saronni. Sembra di essere tornati ai tempi di Coppi e Bartali, e spetta alla Tre Valli, com'è tradizione, lanciare definitivamente i due nuovi campioni nell'olimpo dei grandi. Nel 1976 vince Moser, nel 1977 Saronni, nel 1978 rivince Moser, e nel 1979 Saronni pareggia il conto! il tutto sotto lo sguardo impotente di italiani e stranieri presenti al completo al via.
Nel 1980 la musica non cambia: è Saronni a mettere tutti in fila indiana nel volatone a Cadrezzate. L'anno successivo grossa per tutti la sorpresa: Moser e Saronni fanno una magra figura di fronte al gigante tedesco Gregor Braun che a Besozzo mette tutti d'accordo vincendo per distacco.
Nel 1982 è nuovamente valida per il campionato italiano con la vittoria di Pierino Gavazzi che sul traguardo brucia le velleità dei compagni di fuga (nell'ordine Torelli, Baronchelli G.B., Ceruti e Masciarelli. Deludente prova di Moser e Saronni e degli altri big che chiudono a otto minuti. Nel 1988 Giuseppe Saronni uguaglia Motta vincendo la sua quarta Tre Valli. Nel 1990 l'ultima vittoria straniera con l'elvetico Pascal Richard.
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