Giovanni Tonoli e la Rinascita Ravenna

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Giovanni Tonoli - Il Gigante Buono, corridore rigoroso, passista impareggiabile, l'autore principale delle prime tre maglie tricolori nella storia della Rinascita con Landini e Zamagni: la famosa Coppa Italia a cronometro che si disputò nel 1971 a San Colombano. In quell'anno la ditta Ovomaltina, sponsorizzò una serie di gare a cronometro a squadre e la Rinascita era solita schierare più di una formazione, ma il terzetto per la vittoria era composto, con poche eccezioni, dai tre che erano attesi dal tricolore e destinati ad indossarlo. In alcuni casi, per indisponibilità di varia natura, vi fu qualche avvicendamento, ma Tonoli disputò tutte le competizioni e, dato che il tempo di gara era cronometrato sul secondo, che egli comunque sapeva trascinare, furono vinte tutte. Giovanni solo gran passista? Non solo, infatti, volendo dimostrare che sapeva fare molte altre cose vinse importanti gare in linea per distacco e, guarda un po', anche in volata. Dalla Romagna, dall'Italia e dall'estero, Tonoli portò alla Rinascita 21 vittorie in una sola stagione e, a suo merito, deve essere qui ricordato che, pur godendo di grandi attenzioni e d'offerte economiche consistenti, Giovanni non sollevò mai il problema preferendo la Rinascita e il suo ambiente. Preferiva sentirsi stimato e amato, godeva del clima caloroso di cui si trovò attorniato, che ripagò ampiamente con tanta passione e serietà. Azzurro per il quartetto mondiale della 100 km a Mendrisio nel 1971, il Ct Rimedio e tutti i ravennati presenti, si sentivano quasi certi di portare a casa l'iride e ne avevano buone ragioni, infatti, il quartetto azzurro aveva strapazzato gli avversari in due premondiali: a Monaco e a Berlino. In quest'ultima prova il Ct Rimedio aveva sostituito Borgognoni e Burgio inserendo Tonoli e Moser che inflissero 1'22" agli svizzeri e 2'46" ai tedeschi alla media di oltre 47 orari. Al mondiale di Mendrisio il milanese Moretti, in una giornata nera, forse per l'emozione, poco dopo il via mostrò segni di cedimento. Si trattava del campionato mondiale e perdere così presto la "quarta ruota" risultò un grosso danno, ma poi venne meno anche la "terza ruota" a causa di altro cedimento e allora, contro avversari fortissimi, un Tonoli generoso, instancabile, scatenato, trascinatore, non bastò per quel successo che i tempi realizzati nelle sfide precedenti avevano lasciato sperare, tanto che il Ct Rimedio, prima della partenza, scherzosamente, ma ci credeva, ci disse: "Ho 'paura' che questa volta si possa vincere". Fu questo il risultato di un quartetto affiatato nelle prove, ma squilibrato nel mondiale, dimostrato dal fatto che la media di Mendrisio fu di 45,273 contro i 47 km/h di Berlino. Non passò mai professionista, divenne meccanico della nazionale azzurra, poi un destino malvagio si portò via per sempre il Gigante più buono del mondo.
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