Nel 1960 il mondiale torna in Germania, questa volta nella parte orientale a Cottbus sul circuito di Sachsenring. Con una salita breve ma severa nella parte centrale del percorso, sembrerebbe una prova per scalatori ma alla fine la maglia iridata se la giocano un gruppetto di 17 corridori regolato, con una volata estremamente facile, da Rik Van Looy sul campione uscente Darrigade.
Van Looy non deve più soffrire il dualismo con Van Steenbergen e grazie all'appoggio di tre fedelissimi come Adrianssen, Aerenhouts e Cerami, riesce a controllare la gara dal primo all'ultimo chilometro.
Gli azzurri si presentano con Nencini, vincitore del Tour, capitano e con Carlesi, Defilippis, Massignan, Pambianco e Ronchini. Gastone Nencini aveva speso tutto durante il mese di luglio aggiudicandosi un prestigiosissimo Tour de France e così già a metà gara lascia via libera ai suoi uomini più rappresentativi come Massignan, Battistini e Defilippis che tuttavia non riusciranno mai ad entrare nel vivo della gara.
Nella prima metà gara Ronchini, con l'olandese Reentmester e il francese Grackzyck, si mette in bella mostra rimanendo in fuga per 80 chilometri con un vantaggio di poco superiore ai due minuti. Da dietro la regia di Van Looy consente questa fuga perché la gara è lunga e il tracciato molto severo. Al ventesimo giro Van Looy dice basta e con una poderosa azione va a riprendere i tre outsider.
Quando si scatena la bagarre si viene a formare un gruppo di 17 uomini che va all'arrivo nonostante il tentativo dello scalatore Gaul di sorprendere il gruppo sulla collina di Lutero. All'ultimo giro Imerio Massignan prova l'allungo ma gli uomini di Van Looy lo riprendono nel giro di pochi chilometri. In vista del traguardo il belga fa partire Aerenhouts per tenere alto il ritmo con una serie di violenti scossoni e negli ultimi metri gli basta un piccolo ma imperioso scatto per scrollarsi di dosso Derrigade che giunge secondo davanti a Cerami e Massignan.