14 agosto 2007 - Deutschland Tour

Gli attacchi iniziano subito dopo il via e Christophe Laurent (Crédit Agricole) e Dimitri Champion (Bouygues Telecom) sono i primi ad evadere dal gruppo condotto dalla Rabobank. Passa un chilometro e Mauricio Ardila Cano (Rabobank) e Niki Terpstra (Milram), leader della montagna, riprendono i battistrada.
Dal gruppo ci sono altri controattacchi che portano in testa alla corsa una ventina di corridori, ma dopo dieci chilometri il gruppo torna compatto e sul Gpm di terza categoria di Oberjoch Terpstra prova ad incrementare il vantaggio, ma viene superato sulla linea del gpm da Thomas Rohregger; Anton Luengo Caya transita terzo, mentre il gruppo è diviso in due tronconi.
Dopo il primo sprint di giornata (km 23) vinto da Bingen Fernandez (Cofidis) davanti a Pietro Caucchioli (Crédit Agricole) e Jurgen Van de Walle (Quickstep-Innergetic) al chilometro 30 evadono: Alan Pérez (Euskaltel-Euskadi), Bingen Fernández (Cofidis), Carlos Da Cruz (Française des Jeux), Vladimir Efimkin (Caisse d'Epargne), Matej Mugerli (Liquigas), Loyd Mondory (Ag2r Prévoyance) e Christoph Meschenmoser (Skil-Shimano). Dopo 43 chilometri il ritardo del gruppo è di circa un minuto e si avvicina il secondo sprint del giorno. A Reutte Da Cruz precede Mondory ed Efimkin.
Quest'ultimo è il meglio posizionato in classifica tra i fuggitivi (14° a 58"); il gruppo non lascia troppo spazio alla fuga e il ritardo si stabilizza sui 2'45".
E così la Csc, orfana (da ieri) di Cancellara e Schleck, si trova a fare di necessità virtù, mettendo Julich&Co. a tirare per far sì che il russo, già leader del Tour de Suisse prima della cronometro conclusiva, non scavi troppo margine tra sé e la Maglia gialla di Jens Voigt.
La Csc non si spreme più di tanto, ma riduce lo svantaggio arrivato a più di 4'00" a poco più di 2'00" in una trentina di chilometri di pianura, ma da quel momento in poi, e cioè quando all'arrivo mancano ancora 30 km, sono la Lampre di Damiano Cunego e la Discovery Channel di Levi Leipheimer a tirare in testa al gruppo.
Intanto in testa Efimkin e Perez hanno allungato sui compagni di fuga e il gruppo, che comincia a perdere unità, riassorbe via via i componenti della fuga.
Davanti Efimkin lascia sul posto Perez all'attacco delle prime rampe dure dell'erta finale e dietro è la Rabobank a prendere in mano l'iniziativa, con Ardila Cano a scandire il passo in favore di Gesink. Il passo di Ardila Cano non è male, e permette al gruppo dei "migliori" di liberarsi della compagnia di altri uomini. Inizia la classica selezione da dietro con qualche nome illustre, tipo Carrara e Danielson, che già patiscono il ritmo imposto dal colombiano.
E quando Ardila Cano si sposta ed arriva Sørensen la selezione diviene ancora più marcata. Davanti rimangono pochi corridori, anche se il ritmo non sembra eccessivamente sostenuto; ma la salita è dura, le pendenze notevoli, e i muscoli di tanti s'imballano.
Bruseghin, Cunego, Ten Dam, Voigt, Sørensen, Rebellin, Leipheimer, Monfort, Bertagnolli, Sánchez Gil, López García, Peter Velits, Jufre Pou, Van Huffel, Gesink e Pfannberger sono i diciassette uomini che compongono il gruppo di testa, e nel momento in cui è Bruseghin a scalzare Sørensen, al fine di aumentare l'andatura per favorire Cunego, è Van Huffel il primo a mollare.
Siamo a 6 km dall'arrivo, non c'è ancora alcuna brusca accelerata, anche se il volto di qualcuno inizia a dare i primi sintomi di sofferenza. Il primo allungo è di Damiano Cunego. Mancano 5 km all'arrivo, Bruseghin ha terminato il proprio lavoro, e la progressione del veronese permette al gruppo Maglia gialla di liberarsi della presenza di Velits, di Sánchez Gil, di Monfort, di Sørensen e di Davide Rebellin. Sono ancora Cunego e Leipheimer a dividersi i compiti di "traino" verso i 2671 metri d'altitudine dell'arrivo, con Ten Dam che sembra sempre sul punto di staccarsi e con Jufre Pou che, a 4 km dall'arrivo, si stacca davvero.
Ten Dam si riprende, e tenta un allungo sfruttando un tornante cieco verso destra. Quasi non se ne accorge nessuno, a parte López García, che torna sull'olandese e lo passa a doppia velocità, seppur sempre in progressione, non con uno scatto secco.
Il più lesto a capire il pericolo è Cunego, ma il vincitore della tappa di ieri non riesce a chiudere il buco, nonostante un distacco che non sembra incolmabile.
La progressione di López è decisa, e continua, e da dietro rimangono solamente in tre: Cunego, Gesink, e Jens Voigt, con Leipheimer, Bertagnolli e Pfannberger leggermente staccati.
David López insiste nell'azione, mentre dietro Voigt ha preso in mano la situazione e tiene una velocità che fa staccare Cunego prima e Gesink poi, seppur l'olandese, stringendo i denti, riesce a mantenere costanti quei 20-30 metri di distacco che gli permettono di mantenere il contatto visivo col capoclassifica.
López è imprendibile, Voigt ha sicuramente corso più su Leipheimer che sullo spagnolo, ma è scontato che voglia contenere il distacco, anche se a cronometro Lopez gli è inferiore.
E Voigt riesce nell'impresa, tenendo lo spagnolo dietro di 33" in classifica generale, con Gesink, nota lietissima di questo Giro di Germania, a 1'14". Leipheimer, oggi in difficoltà, ma comunque l'unico che potrebbe contendere a Voigt il successo finale, è a 1'31", con gli italiani non male (Bertagnolli 6° a 2'19", Cunego 8° a 2'48", Rebellin 9° a 3'27" e Tonti 12esimo a 4'33"), ma decisamente lontani dalle posizioni importanti.
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