13 agosto 2007 - Trofeo Città di Felino

Sono 193 gli atleti al via, cinque per squadra (di cui tredici straniere) con 160 chilometri da percorrere e l'ascesa del colle di Barbiano da ripetere quattro volte nel finale. Nella prima parte di gara si affronta un circuito basso di cinque chilometri e mezzo; i primi a provarci sono Pedrazzini (San Marco) e Rostollen (Vc La Pomme Marseille). La loro avventura finisce dopo una dozzina di chilometri o poco più. Poi è la volta del tentativo che vede protagonisti il namibiano Craven e l'uzbeko Kalinin, ai quali poi si aggiungono Gamberoni, Maggiore, il russo Berdos e l'australiano Dempster (2' il vantaggio massimo). Si arriva al colle di Barbiano. Al primo giro succede poco: i fuggitivi si sgretolano e di lì a poco vengono riassorbiti. Al secondo passaggio i comprimari lasciano spazio ai big: scattano l'ex-professionista australiano Gene Bates e il portacolori del Team Tata Alessandro Raisoni. Bates scandisce il ritmo oscillando leggermente a destra e sinistra col corpo. Ha la casacca completamente aperta. Poco dietro il gruppo dei migliori. E quando si parla di migliori, nelle corse che contano, Simone Ponzi c'è per forza. Il tricolore Under 23 fa scintille. Sta davanti, guarda gli altri con la coda dell'occhio, si alza sui pedali e impone continui cambi di ritmo che, soprattutto nelle retrovie, fanno male. Ma è marcato stretto, strettissimo. Pier Paolo De Negri, con i suoi vistosi occhiali arancioni, lo segue come un ombra. Dietro di loro si nota una maglia a scacchi biancorossa: è proprio quella del campione croato Danculovic. Federico Canuti non muta mai espressione del volto, ma è sempre lì, pronto a rispondere colpo su colpo. Poi c'è Sergey Rudaskov, che sembra fare meno fatica degli altri, quindi il solito Andry Buchko. C'è pure Damiano Margutti, che si morde il labbro inferiore ma non molla. Non manca nemmeno Salvatore Mancuso, mentre sorprende (ma non troppo) Giovanni Carini, il quale riesce a mantenersi tra i primi. Sa bene che, in caso di arrivo in volata, la vittoria difficilmente gli sfuggirebbe. E poi, di fianco a Dodi (che procede come di consueto con la lingua fuori) c'è il giovanissimo reggiano Mirco Bertolani (Finauto), ex compagno proprio di Malori, che nel frattempo perde colpi, tra gli Juniores. Matteo Montaguti, quarto l'anno scorso, è nelle retrovie. Al terzo e penultimo passaggio la situazione cambia: Danculovic saluta tutti e se ne va. Bates, rimasto tutto solo, non reagisce; Raisoni è ripreso da Colombera e Canzini. Ponzi è sempre francobollato da De Negri. L'ultimo giro vale solo per aggiudicarsi le piazze di rincalzo, perché Danculovic vola verso la sua seconda vittoria stagionale. Dietro si sono svegliati in cinque al suo inseguimento: Rudaskov, Daniel Martin, il kazako Renev, il croato Miholjievic e Damiano Margutti. L'atleta della Podenzano è generoso, fin troppo. Tira tanto, gli danno pochi cambi e alla fine finisce ultimo (sesto) nella volata degli inseguitori vinta da Sergey Rudaskov.
©2002-2023 Museo del Ciclismo Associazione Culturale ONLUS - C.F.94259220484 - info@museociclismo.it - Tutti i diritti riservati

I dati inseriti in archivio sono il risultato di una ricerca bibliografica e storiografica di Paolo Mannini (curatore dell'Archivio). Le fonti utilizzate sono svariate (giornali, libri, enciclopedie, siti internet, archivi digitali e frequentazioni sui vari Forum inerenti il ciclismo). Chiunque desideri contribuire alla raccolta dei dati, aggiunta di materiale da pubblicare o alla correzione di errori può farlo mettendosi in contatto con Paolo Mannini o con la Redazione.

Preferenze Cookies - Privacy Policy