Mario Gregorone

Articolo Messaggero Veneto del 6 giugno 2008

E' morto Gregorone, il "padre" della Udine pedala

Carrozziere di professione, la sua popolarità era legata alla kermesse ciclistica stracittadina - di Roberto Calvetti

Dopo una breve malattia è morto ieri all'ospedale civile di Udine Mario Gregorone. Aveva compiuto 70 anni il 30 maggio. Il suo nome e la sua popolarità sono legati soprattutto alla Udine Pedala, la celebre kermesse ciclistica che organizzava da quasi 30 anni e che aveva fatto crescere facendola diventare la corsa più affollata del mondo tanto da meritarsi l'ingresso nel Guinness dei primati con quasi 50 mila partecipanti. Udinese di Paderno, figlio di un vigile del fuoco, Gregorone crebbe fin da giovanissimo con la passione per la bicicletta che lo avrebbe accompagnato per tutta la vita. Erano i tempi eroici di Bartali e Coppi, ma erano anche i tempi in cui bisognava pensare a lavorare e, infatti, il futuro carrozziere indossò la tuta blu all'età di 15 anni, appena finite le medie, andando a lavorare in via Sarpi, da Ferri, allora l'unica concessionaria Lancia della provincia di Udine, dove imparò il mestiere con maestri come Remo Fasano, Durisotti e Pieri Piccin. Dopo sette anni passò all'Alfa di Somaglino, in via Micesio, e nel 1963, si mise in proprio diventando uno dei più apprezzati artigiani del settore. Cominciò aprendo la sua carrozzeria in viale Palmanova, quindi si trasferì in via Mentana e, nel 1979, nel capannone di Casanova di Martignacco, dove rimase fino a pochi anni quando chiuse la propria attività per godersi, finalmente, la meritata pensione. Il lavoro, la famiglia (nel 1965 sposò la signora Luigina, fedele compagna che è stata per lunghi anni anche una preziosa collaboratrice nel lavoro tenendo i conti della carrozzeria, e da cui ha avuto la figlia Francesca) e il ciclismo hanno scandito la sua esistenza. Da giovane aveva tentato di seguire le orme dei suoi miti sui pedali e tra i dilettanti ottenne anche alcune vittorie («Ma si dice - raccontò, qualche anno fa, con un pizzico di autoironia in un'intervista al Messaggero Veneto - che me le abbiano regalate per non mortificarmi...»). Vestì la maglia del Ciclo Assi Friuli e poi quella ambitissima del Gruppo sportivo Doni correndo a fianco di Virginio Pizzali, Silvano Petrei (entrambi poi passati al professionismo), Rino Comuzzo, Sandro Nazzi, Aligi Querini e i fratelli Quaino. I campioni di quei tempi. Erano gli anni Cinquanta, quando per partecipare alle gare ci si spostava in bicicletta: levata all'alba e poi fino a Treviso, Padova o Verona per arrivare giusto in tempo per la partenza della corsa. E poi, naturamente, bisogna rientrare a casa: in treno, se si era vinto qualcosa, oppure di nuovo pedalando. Poichè il talento (ciclistico) non c'era, Gregorone si dedicò anima e corpo al lavoro di carrozziere riservando all'antica passione il tempo libero, prima come dirigente della federciclismo e poi come organizzatore con il veloclub che porta il suo nome. E proprio in questa seconda veste ha ottenuto le maggiori soddisfazioni, segnatamente con la Udine Pedala, una manifestazione che ha coltivato con immensa passione trasformandola da una cicloturistica per pochi nella pedalata più affollata del mondo. Amava la compagnia, stare tra la gente ed era sempre pronto ad aiutare chi aveva bisogno, anche perchè non dimenticava le proprie origini come disse a Domenico Pecile nel libro "Gente di Udine". «Un giorno fui così veloce nel lavoro che il proprietario del furgone rimesso a nuovo mi regalò un salame. Ringraziai, inforcai la bici e volai fino a Udine. In piazzetta Marconi incontrai un mendicante. Lo guardai a lungo, pensai che, a casa, da mangiare c'era, mi rigirai tra le mani quel regalo e decisi di donarglielo... Adesso, non lo nascondo, ho delle possibilità, e se so che un amico ha bisogno di una mano..., certi valori me li ha insegnati mia madre, forse perché anche noi eravamo poveri...». I funerali di Mario Gregorone, che lascia la moglie Luigina, la figlia Francesca e le adorate nipotine Giulia e Lisa, saranno celebrati domani mattina alle 10.30 nella chiesa del cimitero di San Vito. Alla cerimonia parteciperanno anche i gregari di Fausto Coppi, Andrea Carrea, Ettore Milano e Michele Gismondi insieme con Piero Coppi, il cugino dell'Airone, vicesindaco di Castellania, il paese natale del Campionissimo, di cui Mario Gregorone era cittadino onorario.
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